Il
consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un
fenomeno preoccupante se si considera che l’OMS raccomanda la totale
astensione dal consumo di alcol al di sotto dei 16 anni di età e i
risultati della ricerca scientifica ci dicono che chi inizia a bere
prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare
alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21
anni.
I comportamenti di consumo diffusi tra i giovani richiedono
una particolare attenzione e adeguati interventi, per la possibilità di
gravi implicazioni di ambito non solo sanitario ma anche psico-sociale,
data la facilità di associazione con altri comportamenti a rischio,
assenze scolastiche, riduzione delle prestazioni scolastiche,
aggressività e violenza, oltre alle possibili influenze negative sulle
abilità sociali e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo. Essi possono
inoltre portare a condizioni patologiche estreme come l’intossicazione
acuta alcolica o l’alcoldipendenza.
Altri problemi nascono dalla
diffusione di un uso dell’alcol simile a quello delle altre sostanze
psicoattive, con finalità di sballo e ricerca dell’ubriachezza, uso che
rischia tra l’altro di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive
illegali. La diffusione di un policonsumo di sostanze psicoattive legali
e illegali viene confermata da varie fonti ivi compresa la rilevazione
del Ministero della Salute sui comportamenti di consumo degli utenti dei
servizi alcologici.
Il “binge drinking”, modalità di consumo
alcolico che comporta l’assunzione in un’unica occasione e in un
ristretto arco di tempo di quantità di alcol molto elevate, è diffuso
maggiormente tra i giovani di 18-24 anni, rappresentando la quasi
totalità del consumo a rischio in questa fascia di età. I giovani lo
praticano soprattutto nei contesti della socializzazione e del
divertimento collettivo, spesso bevendo volontariamente fino ad arrivare
all’ubriachezza e all’intossicazione alcolica. Nel 2012 il 14,8% dei
giovani fra i 18 e i 24 anni ha dichiarato comportamenti binge drinking,
il 20,1% tra i maschi e il 9,1% tra le femmine (dati ISTAT).
L’ISTAT
ha rilevato che tra i giovani di 14-17 anni i consumi fuori pasto
presentano un trend tendenzialmente in crescita fino al 2011, mentre tra
il 2011 e il 2012 si registra un notevole calo, che riporta i valori
del 2012 a un livello pressoché analogo a quello rilevato all’inizio del
decennio (15,1%). E’ implicito che per quest’ultima fascia di età
occorrerà impegnarsi molto ed in molti ambiti, soprattutto nel far
rispettare la nuova legge 189/2012 che prevede il divieto di
somministrazione e di vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni,
in modo da portare il valore a zero.
Il fenomeno della diffusione
dell’abuso giovanile è ben rappresentato dall’analisi dell’utenza in
carico presso i servizi per l’alcoldipendenza, nell’ambito della quale i
giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 9,1%. Si tratta di una
percentuale consistente, anche se in lieve calo rispetto al dato del
2011, che era pari al 9,8%. Diversa è invece la tendenza registrata per i
nuovi utenti al di sotto dei 30 anni che è in lieve aumento rispetto al
2011 (13,7% nel 2012, 13,5% nel 2011).
In Italia si è inteso
tutelare ulteriormente i giovani dai rischi connessi all’alcol, in
considerazione degli effetti sull’organismo di questi in ragione della
giovane età.
La Legge n. 189 dell’8 novembre 2012 stabilisce, infatti, il divieto di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 18 e l’obbligo di richiedere il documento di identità per accertare l’età dell’acquirente.
Per approfondire scarica gli opuscoli informativi I giovani e l'alcol - Istruzioni per l'uso.La Legge n. 189 dell’8 novembre 2012 stabilisce, infatti, il divieto di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 18 e l’obbligo di richiedere il documento di identità per accertare l’età dell’acquirente.
Leggi la Relazione al Parlamento Alcol 2013.
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